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“Luoghi e Memorie 1943-1945” Mostra-Convegno all’Archivio di Stato

“Luoghi e Memorie 1943-1945” Mostra-Convegno all’Archivio di Stato

02 Dicembre 2019

Centro studi

Si è tenuto negli spazi dell’Archivio di Stato il 2 dicembre  a Bari la mostra-convegno “Luoghi e memorie 1943-1945”, promossa dalla fondazione Nikolaos e la Società di storia della Russia (R.I.O.), in collaborazione con la direzione del comitato “Dante Alighieri” di Mosca.

L’evento, articolato in due sezioni, “Soldati e partigiani sovietici nella resistenza italiana” e “Bari, 2 dicembre 1943”, è stato illustrato dal presidente della Fondazione Nikolaos Vito Giordano Cardone, alla presenza dell’assessora alle Politiche culturali Ines Pierucci e del presidente della commissione Cultura Giuseppe Cascella.

All’incontro hanno partecipato Antonella Pompilio, direttore dell’Archivio di Stato di Bari, Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea – IPSAIC e Giorgia Cutino, ricercatrice della Fondazione Nikolaos.

La mostra e il convegno “Luoghi e memorie 1943-1945” permetterà alle giovani generazioni non solo di approfondire la conoscenza di uno dei periodi più drammatici della storia recente – ha detto Ines Pieruccima anche di scoprire che proprio la nostra città è stata teatro di uno dei più pesanti bombardamenti navali della seconda guerra mondiale da parte della Lutwaffe, che causò circa mille vittime tra civili e militari e che ebbe un impatto ambientale devastante a seguito dell’affondamento della nave John Harvey e del suo carico letale di bombe all’iprite. 

Il 1943 segna un punto di svolta della seconda guerra mondiale – ha continuato Giuseppe Cascella c’è un indebolimento del nemico, i tedeschi, e dall’altro un potenziamento delle forze della Resistenza. Questa iniziativa ha il merito di mettere in luce il concetto di resistenza come strategia militare e l’importanza della collaborazione dei partigiani sovietici”.

Questa mostra convegno – ha detto Vito Giordano Cardone è nata grazie al nostro consigliere Paolo Leoci che, insegnando a Mosca, ha avuto contatti con la Società di storia della Russia, l’associazione che riunisce i partigiani russi. Nel corso del convegno saranno appunto ascoltate le testimonianze russe su come Bari fu utilizzata dai sovietici come base per rifornire le truppe partigiane”.

Come Archivio di Stato siamo orgogliosi di ospitare questa manifestazione che sta già suscitando grande interesse da parte di cittadini – ha detto Antonella Pompilio curiosi di ascoltare in modo particolare il tema “Soldati e partigiani sovietici nella Resistenza Italiana”, argomento a molti completamente sconosciuto. Come sappiamo non si finisce mai di scrivere la storia, ci riserva sempre nuove scoperte perché ci sono ancora tanti aspetti da approfondire. Penso che l’Archivio di Stato sia il luogo più indicato per ospitare iniziative di questo genere che raccontano la memoria storica del nostro Paese”.

La giornata prevede due momenti – ha spiegato Giorgia Cutino l’inaugurazione della mostra in pannelli fotografici recanti una documentazione inedita, per la prima volta in lingua italiana e russa, cui seguirà il convegno con storici di valenza internazionale che hanno approfondito, in particolare, la presenza di partigiani russi sul territorio italiano. Si stima che furono circa 5.000 le persone di origine russa che parteciparono alla Resistenza italiana, nella maggior parte russi ma anche georgiani, tartari e di altre etnie dell’URSS. In tutta Europa si aggiravano circa 15.000 persone che portavano un aiuto volontario alla resistenza dei vari paesi europei contro le degenerazioni del nazifascismo e per questo motivo sono stati chiamati resistenza migrante”.

Luoghi e memorie 1943-1945 – ha concluso Vito Antonio Leuzzi rappresenta un importante momento di recupero della memoria. Non è semplice spiegare il ruolo strategico che ha avuto il porto di Bari, ma soprattutto la funzione che ha avuto la città dopo l’8 settembre 1943, per i grandi cambiamenti dovuti al cambio delle alleanze sancito dall’armistizio. La mostra evidenzia il ruolo svolto dalla città di Bari non solo sotto il profilo militare ma soprattutto dal punto di vista civile, perché la Puglia e Bari rappresentarono le prime aree libere dell’intera Europa, ancora sottoposte al controllo del fascismo e del nazismo”.

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Convegno sui valori nutrizionali della Dieta Mediterranea

Convegno sui valori nutrizionali della Dieta Mediterranea

20 Novembre 2019

Centro studi

Il Kazakhstan rappresenta una vetrina ed un mercato di importanza strategica per i prodotti italiani, offre notevoli potenzialità per lo sbocco del Made in Italy e costituisce un polo di primaria importanza per il commercio di prodotti enogastronomici in Asia. In questo contesto la Fondazione Nikolaos rappresentata dal dott. Vito Giordano Cardone insieme all’Università Turan rappresentata dal Prof. Rakhman A. Alshanov, all’Icae rappresentata dal dott. Fyodor Kostantinov  e all’Apulian Consortium rappresentata dal dott. Gianfranco Sabato hanno organizzato una tre giorni dal 20 al 22 novembre nella in Kazakhstan, ad Almaty per valorizzare l’eccellenze culinarie pugliesi.

Si parte il 20 novembre con il Convegno sui valori nutrizionali della Dieta Mediterranea a cui hanno preso parte personalità politiche locali e rappresentanti di aziende pugliesi. Al termine del convegno, ampio spazio è stato dato agli incontri B2B con operatori del settore e numerosi Bayer interessati al food made in Italy.

Il 21 novembre è stata la volta di Italia a Tavola, la kermesse gastronomica che ha visto, lo chef Mauro Sciancalepore, cucinare con i prodotti della cucina pugliese e le materie prime offerte per l’occasione dalle aziende De Carlo, Qoqo di Viesti, Pastificio Marella, Cioccolateria Vetusta, Il Tartufo di Paolo, Salumi Segarelli, la vinicola Mirvita, Cirillo, Capuzzimati e la Pasta Jesce.

Questo evento, unico nel suo genere, vuole rimarcare il valore dei prodotti enogastronomici italiani, sottolineando come la qualità rappresenti allo stato attuale l’unica strada da seguire, per valorizzare le produzioni italiane oltre i confini territoriali.

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Progetto “Olio solidale”

Progetto “Olio solidale”

03 Novembre 2019

Orto della salute

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
ESTRATTO A FREDDO, 100% ITALIANO

Nasce a pochi chilometri da Bari in strada la Lamia n.3, in Ceglie Del Campo “Orto della Salute“, qui i nostri ulivi sono radicati da decenni e vengono coltivati rispettando la natura e utilizzando solo fertilizzanti organici.

La raccolta del nostro olio è stata effettuata a novembre. Il nostro olio è un prodotto solidale, estratto a freddo e 100% italiano.

Puoi sostenere anche tu il progetto “Orto della Salute” acquistando l’olio d’oliva solidale prodotto nelle terre di Ceglie del Campo (BA).

 

PER INFO E PRENOTAZIONI:

Associazione “Orto della Salute”

Strada la Lamia n.3 – Ceglie Del Campo (BA)

Referente: Sig. Roberto Berardi

Cell.:3488554546  – mail: roberto.berardi1990@libero.it

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Dalla Puglia al Burkina Faso: i volontari di Medici con il Camper in viaggio verso l’Africa

Dalla Puglia al Burkina Faso: i volontari di Medici con il Camper in viaggio verso l’Africa

19 Agosto 2019

Medici con il camper

Laddove arriva il cuore, possono giungere anche le ruote. Quattro ruote di solidarietà, come quelle del progetto Medici con il Camper, ideato e promosso nel 2018 dell’Associazione Onlus intitolata al Professor Nicola Damiani e tutt’oggi sostenuto dalla Fondazione Nikolaos. Un’iniziativa nata per offrire sostegno socio-sanitario a tutti coloro che si trovano in stato di necessità nella provincia di Bari e, più in generale, nel territorio regionale; un progetto che nelle scorse settimane ha trovato nuova linfa e arricchimento grazie ad una grande esperienza che ha coinvolto lo staff dei volontari. Questi ultimi, infatti, guidati dal dott. Vincenzo Limosano – coordinatore del progetto Medici con il Camper – si sono recati nella regione del Burkina Faso, nella parte occidentale dell’Africa, dove per portare sostegno e amicizia alla popolazione della capitale, Ouagadougou e dei villaggi limitrofi. Dalla Puglia al continente africano, un viaggio di condivisione e solidarietà, ma anche di apertura e arricchimento culturale, in un momento storico dove predominante è, nel mondo intero, l’atteggiamento di diffidenza e chiusura verso l’altro. Giornate in cui gli occhi si sono riempiti dei colori della Madre Africa, in cui le spalle hanno ospitato abbracci, in cui sui visi si è fatto largo il sorriso. Esperienze, queste, che avvicinano gli uomini agli uomini, uniti come lo stesso Papa Francesco ha chiesto a tutti i cittadini baresi in occasione della sua recente visita nel capoluogo pugliese. Uniti nella pace e nella solidarietà. È questo che i volontari di Medici con il Camper portano a casa, con sé, da questo viaggio in Africa: la consapevolezza che con la pace nel cuore, fare del bene per l’altro è facile, è appagante.

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Medici con il Camper in Albania

Medici con il Camper in Albania

15 Luglio 2019

Medici con il camper

Missione in Albania per i dottori baresi di «Medici con il camper», il progetto della Fondazione Nikolaos e della Prof. Nicola Damiani onlus che assicura assistenza socio-sanitaria a coloro che vivono in condizione di grave marginalità e di bisogno. Quest’estate, supportati dall’associazione La Pietra Scartata di Bitritto e in collaborazione con la comunità dei Frati cappuccini di Santa Fara, i medici in pensione che prestano servizio volontario sul camper hanno visitato per una settimana la zona di Scutari, al nord dell’Albania, fermandosi nel villaggio di Nenshat. «In quattro giorni, fermandoci in quattro posti diversi, abbiamo garantito assistenza sanitaria gratuita a più di 120 cittadini, per lo più persone in condizione di grave povertà o appartenenti alle comunità rom della zona», racconta Enzo Limosano, chirurgo vascolare che, insieme alla ginecologa Emanuella De Palma, ha fatto parte della delegazione barese in servizio in Albania. «Laddove possibile, abbiamo distribuito farmaci e preso contatti con le associazioni ecclesiastiche e laiche che lavorano nella zona». L’immagine dell’Albania turistica, delle spiagge bellissime con resort di lusso, sembra essere molto lontana da queste zone. «C’è una differenza enorme raccontano infatti – fra la costa albanese e l’entroterra. Effettivamente, le zone costiere sono molto cambiate, sono piene di turisti attirati dai luoghi molto belli e dai prezzi decisamente concorrenziali. Ma la zona che abbiamo visitato noi con il nostro camper è una zona in cui ci sono ancora sacche di povertà molto ampie e gli amici albanesi che abbiamo incontrato ci hanno detto che, nelle zone montuose, la situazione è ancora più difficile e i presidi sanitari praticamente non esistono». Ed è proprio in queste zone più dimenticate che brilla di più l’impegno e il lavoro dei volontari. «Nella zona di Scutari abbiamo conosciuto suor Vera che da sola gestisce un ambulatorio di vulnologia e cura ogni giorno decine e decine di piaghe e lesioni della pelle di ogni tipo». Con suor Vera, i «Medici con il camper» hanno già avviato una collaborazione «per il momento, solo attraverso consulenze on line». Ma non si tratta dell’unico progetto in cantiere. «Grazie a questo primo viaggio e ai contatti che ne sono nati, è maturata l’idea di aprire un ambulatorio chirurgico in una struttura gestita dai Cavalieri di Malta proprio vicino a Scutari. Per il momento, è un sogno nel cassetto, poi… chissà». Tornati dall’Albania, i «Medici con il camper» hanno ripreso la loro attività di volontariato nella zone dei ghetti, in Capitanata. «Con il nostro camper garantiamo assistenza sanitaria ai lavoratori stagionali che vivono nella zona di Cerignola e che, proprio in questo periodo, sono impegnati nella raccolta dei pomodori. Ci sono situazioni molto eterogenee, con ghetti più o meno attrezzati e altri insediamenti in cui la qualità della vita è davvero pessima». I volontari, in tutto 7, sono in servizio anche a Bari, «nei campi rom di Santa Candida, a Poggiofranco, dove le condizioni di vita sono davvero dure, e nel campo rom di Japigia dove l’intervento del Comune garantisce situazioni migliori. Per entrambe le comunità, riscontriamo non poche difficoltà d’accesso all’assistenza sanitaria pubblica che è garantita solo ai minori. Per gli adulti, invece, dobbiamo arrangiarci».

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